Rosa Balistreri, la voce della Sicilia

Rosa Balistreri, la voce della Sicilia

Una delle caratteristiche di Rosa Balistreri che ci ha sempre affascinato è la sua “voglia siciliana di ribellione”.

Rosa è stata una delle più importanti interpreti del ricco patrimonio dei canti tradizionali siciliani; “La voce di Rosa, il suo canto strozzato, drammatico, angosciato, pareva che venisse dalla terra arsa della Sicilia. ” sosteneva Ignazio Buttitta, poeta ed intellettuale siciliano, che per lei ha scritto diverse liriche.
“Ho imparato a leggere a trentadue anni. Dall’età di sedici anni vivo da sola. Ho fatto molti mestieri faticosi per dare da mangiare a mia figlia. Conosco il mondo e le sue ingiustizie meglio di qualunque laureato. E sono certa che prima o poi anche i poveri, gli indifesi, gli onesti avranno un po’ di pace terrena.”
Così si presenta Rosa Balistreri ad un giornalista che l’intervista nel 1973.

Nacque a Licata il 21 Marzo 1927 da padre falegname e madre casalinga, si sposò con Gioacchino Torregrossa, un uomo che in un concerto Rosa avrebbe definito “latru, jucaturi e ‘mbriacuni”. Fu un matrimonio combinato e dopo che il marito perse al gioco il corredo della figlia Angela, Rosa tentò di ucciderlo e subito andò a costituirsi dai carabinieri. Gioacchino sopravvisse, e Rosa venne presto scarcerata con la condizionale. Per mantenere la figlia, andò a lavorare in vetreria, raccoglieva lumache, fichi, verdure, salava le sarde al mercato. Lavorò per una famiglia benestante, dalla quale venne poi denunciata per un furto e carcerata per altri sette mesi . Uscita dal carcere il conte Testa le diede lavoro come custode/sagrestana nella chiesa di Santa Maria degli Agonizzanti, dove visse nel sottoscala con il fratello Vincenzo. Purtroppo ricevette le molestie del nuovo prete e con i soldi delle elemosine, partì con il fratello per Firenze. Nei primi anni Sessanta Rosa incontra il pittore fiorentino Manfredi Lombardi, e con lui vivrà per dodici anni, periodo durante il quale allarga la cerchia delle sue amicizie e viene a contatto con il mondo degli intellettuali del suo tempo, Mario De Micheli, Ignazio Buttitta e Dario Fo solo per citarne alcuni. Nel 1966 partecipa allo spettacolo di canzoni popolari portato sulle scene da Dario Fo, dal titolo ” Ci ragiono e canto” e nel 1971 si traferì a Palermo, città che fu sempre fonte di ispirazione per l’artista. Lasciata da Manfredi per una modella, per mantenere sé e la figlia cantò per le feste dell’Unità, recitò nel Teatro Stabile di Catania ed inziò un’intensa attività concertistica in circuiti tradizionali teatrali (Manzoni a Milano, Carignano a Torino, Metastasio a Prato). Nel 1974 partecipò assieme ad altri esponenti del folk, ad un’edizione di Canzonissima. Dal 1976 è stata accompagnata spesso da Mario Modestini, musicista e compositore, che ha scritto per la sua voce le musiche de La ballata del sale (1979), di Buela (1982) e di Ohi Bambulè (1987).
Morì a 63 anni, presso l’ospedale palermitano Villa Sofia in seguito a un ictus cerebrale sopraggiunto durante una tournée in Calabria.

Info tratte dal Web

 

https://www.youtube.com/watch?v=aWu3UR-Vzlc

 

➡️The City Art Lovers of Palermo

➡️The Revolution Hospitality

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